Sono documenti di grande interesse, che andrebbero approfonditi con attenzione

Oltre a ricordare campi, prati, orti, stalle e fienili, riportano gli elenchi delle suppellettili da cucina

Troviamo citati: “caldrolle”, pentole e “scudele”, “brenta per capussi”, “cattene da vacca”, “cattene doppie da armenta”, “banco di pezzo per la farina”, “cattena da fuoco”, “cazza, moser, forchetta”, tovaglie e tovaglioli.

Un documento del 1810 ricorda: “spiumarolla di rame della poina”.

Talora vengono ricordati anche gli animali (“armenta bonella di anni 6”, capre, pecore, vitelli) o granoturco, frumento, orzo, fieno e “dòrch”.

Importanti anche le piccole mappe tracciate in alcuni documenti (si veda la busta III), che mostrano come i terreni venissero accostati e rilevano il loro utilizzo (per granoturco, fieno), talora indicando anche la posizione della “casera” o di stalla e fienile.

Di notevolissimo interesse il documento del 15 aprile 1829, “Divisione degli eredi quondam Giacomo Tavernaro” (busta II). Vi troviamo una dettagliata descrizione degli animali: “Un’armenta detta Zingana di pelo formentino di anni 8, un’altra detta Belletta di mantello bigio di anni 10, un’altra detta cerva di pelame rossetta, un vitello di anno biggio oscuro, ed un sommiere moro difettato, e metà di un temporaletto”. Inoltre, nella rubrica relativa alle entrate: “sorgo sgranato, orzo, fagioli, patate frumento, bottiro, formaggio giovane e vecchio, poina, carne da vacca, fieno, farina di sorgo, sale”.

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Rilevatore: Giuseppina Bernardin